Published on Dicembre 29th, 2014 | by Il Birrafondaio
0Accise birra, Agenzia dogane conferma aumento. E il governo tace
È andata come doveva andare, dicono alcuni operatori. Si tratta dell’ennesima presa in giro di un governo che promette e dimentica, avevano sottolineato nelle scorse settimane i parlamentari 5 Stelle. È questione di tempo, una soluzione si troverà nei prossimi mesi, mormorano lontano dai microfoni i parlamentari della maggioranza. Sia come sia, dal 1 gennaio 2015 il nuovo aumento delle accise sulla birra sarà realtà. La conferma arriva da una nota dell’Agenzia delle Dogane che nei giorni dell’approvazione della legge di Stabilità, ultima occasione per fermare l’aumento, ribadisce l’incremento previsto dal primo gennaio 2015: “secondo quanto già stabilito dall’1, comma 1, lettera b), della determinazione n. RU 145744 del 2013, le aliquote delle accise sulla birra, sui prodotti alcolici intermedi e sull’alcole etilico, a decorrere dal 1° gennaio 2015 sono incrementate nella misura di seguito indicata:
– birra: da 2,70 a 3,04 euro per ettolitro e per grado-Plato. […] La variazione in aumento dell’aliquota dell’accisa sulla birra tiene conto dell’avvenuta soppressione del previsto incremento, che sarebbe dovuto decorrere dal 1° marzo 2014 ad opera della determinazione n. RU 21772 del 2014, adottata in esecuzione dell’art. 12, comma 7-ter, D.L. n. 145/2013”.
Tutto inutile, dunque: non sono servite campagne mediatiche e raccolte firme, ordini del giorno, risoluzioni ed emendamenti da parte di quasi tutta l’opposizione, e anche di un pezzo di maggioranza considerando la posizione dei parlamentari Ncd.
Il governo ha preso tempo, rinviato il confronto in Aula e in Commissione, fino a quando è stato troppo tardi per intervenire.
Non solo, su questo tema nessun membro dell’esecutivo è voluto intervenire. Non lo hanno fatto i ministeri interessati, pur ripetutamente sollecitati, non lo ha fatto il ministro dell’Istruzione Giannini, che a settembre aveva brindato all’inizio dell’anno scolastico con la birra artigianale prodotta dai ragazzi dell’Istituto tecnico agrario Emilio Sereni e da alcuni detenuti del carcere di Rebibbia.
Forse perché, come spiegava il premier Renzi nel corso di uno dei discussi incontri trasmessi in streaming con il Movimento 5 Stelle, “la birra è bersaniana”.
Sembra che di fronte ad una questione scomoda, ovvero aumentare le tasse ad un settore produttivo che crea occupazione e prodotti di qualità, il governo abbia scelto di non decidere. Tanto, arrivati al dunque, si può sempre scaricare la colpa sul governo Monti, senza dover fare la brutta figura di dire “no”.
Una scelta di comodo che si ripercuote su tutta la filiera della birra italiana, fino a colpire anche i consumatori. Si rischia così di tarpare la ali ad un movimento capace di dimostrare che, attraverso l’innovazione e la scelta di materie prime di qualità, si può creare un prodotto di grande qualità, in grado di rappresentare al meglio il “made in Italy”, nel nostro Paese e in tutto il mondo.